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Empathogen
Willow


Lasciando perdere i mostri sacri della musica, ci sono dei dischi che impressionano per essere dei piccoli gioielli di ispirazione, solidità produttiva, creatività e varietà emozionale (alcuni tra molti: "The Myseducation of Lauryn Hill", "The velvet rope" di Janet Jackson, "Plantation lullabies" di Meshell Ndgeocello). L'ultimo album di Willow ci si avvicina e risulta una delle cose più interessanti e gradevoli all'ascolto di questo 2024. Pur essendo giovanissima (e probabilmente con molti canali aperti dall'essere figlia d'arte) è riuscita a trovare una sua strada con un album in cui mescola con freschezza atmosfere soul, funk e jazz, con scarti stilistici e ritmici interessanti pur mantenendo una ascoltabilità pop non banale. Una miriade di influenze musicali e richiami a vari artisti compongono un mix di generi da cui emerge un sicuro talento vocale e la capacità di usare approcci e tonalità di grande freschezza anche quando i suoi brani affrontano tematiche non certo leggere (la depressione, ansietà giovanile e dolore). Certo ci sono ancora ingenuità giovanilistiche e spiritualità un pò pretenziosa nei suoi testi, ma confezionate in modo superbo e in cui vulnerabilità e forza trovano un equilibrio ben espresso dalla padronanza delle tessiture musicali (ovviamente in parte dovute alle collaborazioni con artisti e produttori di grandissmo livello). Willow sembra molto intenzionata a diventare una artista autentica

E come sempre, se volete approcciare l'artista, ecco il link per il Tiny Desk concert di Willow per NPR https://www.youtube.com/watch?v=DmC2QQESN6E (con la giovanissima bassista indiana Mohini Dey, uno dei talenti emergenti della scena musicale mondiale, virtuosa eccezionale)