Floating Points (nome d'arte di Sam Shepherd) è un esponente di punta della musica elettronica inglese (con tanto di dottorato in neuroscienze)

Pharoah Sanders è un sassofonista 84enne che ha attraversato la scena jazz arrivando, sotto l'ala protettrice di Sun-Ra, a suonare con Jonh Coltrane e poi esplorando il free jazz e il misticismo dell'avanguardia con Alice Coltrane e Carla Bley oltre che nella sua lunga carriera solista

La London Simphony Orchestra è ... beh, è la London Simphony Orchestra.

La rottura e l'incontro dei generi non è certamente una cosa nuova, ma il risultato di questa contaminazione (che ha richiesto un lavoro di 5 anni) è uno dei dischi più interessanti degli ultimi tempi (l'uscita è del maggio 2021). "Promises" è una unica suite di 46 minuti divisa in 9 movimenti. ancorata su di una frase arpeggiata di 7 note che si ripete ogni 9 secondi e mezzo. Le tastiere e i suoni sintetici di Floating Points con gli archi della London Simphony Orchestra disegnano tessiture su cui il vecchio sciamano del jazz si lancia in fraseggi di grande intensità lirica e venature psichedeliche. Una sorta di viaggio astrale (per riprendere il titolo di uno dei brani più famosi di Pharoah Sanders, "Astral travelling") che emoziona con una sensibilità minimalista che sta più dalle parti della musica di ambiente che da quelle del jazz e dell'avanguardia. E forse (come suggersice in modo acuto Giulio Pecci, critico musicale di Rolling Stones nel suo articolo https://www.rollingstone.it/opinioni/opinioni-musica/amiamo-floating-points-e-pharoah-sanders-perche-sono-uno-xanax-con-una-puntina-di-lsd/ ) si tratta di un ascolto emozionale che è in perfetta sintonia con i tempi della pandemia e della diversa modalità di fruizione del prodotto musicale indotta. Il che non sminuisce l'apprezzamento per questo disco, con poco conto delle polemiche tra fazioni della critica musicale, come sempre più aspre di fronte al succcesso di publlico per un prodotto non scontato.