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La Mala. Banditi a Milano (serie TV)


La tv italiana vanta oramai produzioni di serie sul crimine di eccellenza assoluta, dal "Romanzo Criminale" e "Suburra" sulla malavita romana a "Gomorra" sulla camorra. Sulla criminalità che ha imperversato a Milano tra gli anni 70 e la metà degli 80 non è stato creato un racconto romanzato ma (dagli stessi autori della serie dedicata a San Patrignano) una docu-serie che prende il via dall'arresto del "tebano" Epaminonda nel 1984 (e al suo successivo pentimento che metterà fine a quella stagione) e dalla rocambolesca evasione del 1987 di Vallanzasca per ricostruire con efficacia e senza indulgere in mitizzazioni romantiche un perodo buio della storia nazionale, che risulta quasi incredibile agli occhi di oggi. Un periodo in cui la malavita dominava la città più ricca del paese e dove rapimenti, rapine e omicidi erano il quotidiano risvolto dell'ascesa di gruppi criminali che si prendevano la scena della vita cittadina all'inseguimento della ricchezza facile e della bella vita dei night club, dei fiumi di champagne e delle macchine sportive, Senza dimenticarsi dei loro legami con le più grandi organizzazioni della mafia e delle commistioni con il potere. Basata sui reperti di archivio e sulle testimonianze dei protagonisti (dai criminali superstiti al prefetto Serra, agli investigatori dell Squadra Mobile ai magistrati e giornalisti) la ricostruzione storica delle atmosfere grigie di quel periodo è uno spaccato di un mondo che spesso è stato dimenticato o avvolto dalla mitizzazione romantica. Ma in quel periodo a Milano c'erano circa 150 omicidi l'anno e tutti seguivano le imprese del "Bel Renè" o di "Faccia d'Angelo", i film sulla "Calibro nove" e sulla "Mialno spara". Un racconto torbido in bianco e nero, per non dimenticare i lati oscuri dello sviluppo e per capire meglio i giorni nostri.