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Campo di battaglia
Gianni Amelio


Gianni Amelio è un ottimo artigiano (nella accezione alta del termine) del cinema italiano. I suoi film non sono mai banali, La sua passione civile e i temi morali e politici sono sempre contrassegnati da lucidità e rigore che fanno il paio con una regia di esemplare controllo ed essenzialità. "Campo di battaglia" ci riporta al fronte dellla prima guerra mondiale. La pima linea si vedrà solamente nella prima scena in un piano sequenza in cui si vedono i soldati sopravissuti perquisire i cadaveri ammucchiati dei loo commilitoni per recuperare oggetti che possono servire ai vivi, fino al comparire tremante della mano di un sopavvissuto. La battaglia al centro del film si sposta nelle retrovie, nella contrapposizione tra due medici, amici dai tempi dell'università che sono guidati da due visioni etiche contrastanti. L'uno è un inflessibile sostenitore della guerra e del dovere, dedito a scopire gli imboscati e gli autolesionisti che cercano di sottrarsi al fronte, l'altro invece nella guerra e nella retorica patriottico crede poco e cerca di aiutare i "disertori" a tornarsene a casa anche a costo di indurre malattie e mutilazioni che giustifichino il loro allontanamento dal fronte. Non è una contrapposizione ideologica, ma due approcci diversi alla vità e alla umanità disperata che marcisce e muore nelle trincee di una guerra ammantata di retorica patriottica ma la cui logica è solo la sofferenza e il sacrificio delle classi subalterne che non sanno neppure perchè sono chiamate a combattere. E' nelle corsie tra la babele di dialetti dei feriti che spesso non si capiscono neppure tra di loro (rendendo impalpabile la distinzione con "lo straniero" che si deve combattere) che il film trova i suoi momneti più intensi e veri. Dal punto di vista della narrazione il tutto viene poi stemperato dall'arrivo di una compagna di università dei due medici (come infermera, che all'epoca non sono concepibili dottori donna) e che sembra spostare il contrasto tra le due visioni del mondo in una latente rivalità amorosa. Su tutto poi cala il funereo arrivo dell'epidemia "spagnola" che miete vittime a tappeto, beffandosi della guerra e delle nazioni, una sorta di livello ulteriore di "campo di battaglia" (con eidenti richiami alle pandemie recenti). In questo il film perde la sua potenza e la affilatezza, consegnandosi a una medietà che lo tiene lontatno da altri capolavori del cinema che i temi della guerra li hanno affrontati con altra forza emotiva e capacità di penetrare l'epoca e la condizione umana (prima citavamo due capolavori italiani, ma come dimenticare "Orizzonti di gloria" o "Gallipoli - Gli anni spezzati")