Gli amanti del buon cinema e i nostalgici di un’atmosfera sorridente non dovrebbero perdersi l'ultimo film di Woody Allen, un gioello di leggerezza raccontato da un regista oramai ultra ottantenne.
La trama non è proprio originale: un anziano, e bruttino, ex docente di storia del cinema, americano, accompagna la giovane moglie ad un festival cinematografico a S. Sebastian, sulla costa atlantica della Spagna.
Qui la moglie gradisce e contraccambia le attenzioni di un regista giovane e narciso, di cui è assistente organizzativa, sotto gli occhi perplessi dell’anziano coniuge.
La trovata più originale ed esilarante del film sono i sogni del marito cornificato.
Essendo costui un esperto di cinema, ammiratore appassionato dei grandi registi europei, i suoi sogni, in bianco e nero, sono stralci di film famosi, riadattati alle circostanze del presente.
Vediamo così le sue paure e le sue inquitudini, messe in scena come frammenti di citazioni da films di Fellini, Truffaut, Bunuel, e soprattutto Bergman. Realizzati con l’aiuto del grande fotografo Storaro, questi sogni, del tutto
pertinenti alla storia, sono incantevoli incursioni nella storia del cinema europeo.
Lieve come uno scherzo mozartiano, il film diverte e rivela la capacità del vecchio regista di guardare alla vita con malinconica serenità.
Rifkin’s festival
regia Woody Allen
coproduzione America Spagna Italia 2021