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R4
Aa. Vv. | Avagliano Editore
Il 9 maggio 1978, a metà strada tra la sede della
Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista Italiano viene
ritrovato, dopo quasi due mesi di prigionia, il cadavere di Aldo
Moro. La particolare simbologia di via Caetani non sfugge a
nessuno dei commentatori, ma un dettaglio, allora e fino a ieri,
sembra perdersi nel clamore dell'evento. La Renault 4 in cui si
conclude tragicamente un'intera stagione è a sua volta un simbolo
perché è stata, insieme alla 2CV e al furgone Wolkswagen, il
principale mezzo di trasporto di un'intera generazione. È da lì,
da quello sportello che si apre, una ferita che brucia ancora, che
partono e ripartono gli scrittori coinvolti e seguiti da Carlo
Bordini e Andrea Di Consoli. Pubblico e privato s'intrecciano
senza possibilità di scampo e tutti i racconti sembrano concordare
su un tema sottile, al di là dello specifico romano: qualcosa di
oscuro, minaccioso, violento e disperato aleggiava sui festival di
poesia, sulle manifestazioni, sulla condivisione di ideali, pezzi
di pane e segmenti di vita. Gli snodi principali di
quest'atmosfera, gioiosa e preoccupata insieme, vanno forse
cercati nei brevi racconti di Riccardo Reim e Piero Galletti. Il
primo snocciola una curiosa, e piuttosto sibillina, registrazione
dialettale che ricostruisce le ultime ore di Pier Paolo Pasolini.
L'altro racconta il pomeriggio del 16 marzo 1978, il giorno del
rapimento di Aldo Moro, Roma in stato d'assedio, il presagio di
una fine che incombe.