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Come il Jazz può cambiarti la vita
Wynton Marsalis | Feltrinelli
È sufficiente affacciarsi alle prime pagine di
questo libro per restare intrappolati nella rete di words &
music di Wynton Marsalis. Nelle quattro righe di incipit cita
Marvin Gaye, Stevie Wonder e James Brown (e siamo già oltre i
recinti jazzistici) ma poi si volta pagina e spiega, parola per
parola, battuta per battuta, il fondamento ritmico, ovvero lo
swing, alla base del jazz e per estensione di gran parte della
musica afroamericana. Lì c'è tutto quello che "può cambiare la
vita": un impercettibile scarto di lato, lo spirito d'insieme e,
in conteporanea, dell'individualità, la spinta dell'istinto e
dell'ispirazione, il coraggio di provare, di sbagliare e di
provare ancora continuando a improvvisare. La lezione di Wynton
Marsalis è tutta lì e la sua intenzione (dichiarata e
condivisibile) è dissipare gli infiniti luoghi comuni cresciuti
sul jazz come parassiti ad uso di ben altri parassiti: troppo
difficile, troppo vecchio, troppo morto (roba che conosciamo fin
troppo bene visto che viene applicata a scadenze regolari anche
al rock'n'roll). E invece no: partendo da ritratti e aneddoti
dei più grandi jazzisti (e i nomi sono, tra gli altri, Dizzy
Gillespie, Billie Holiday, Miles Davis, Ornette Coleman, Charlie
Parker, Jelly Roll Morton), Wynton Marsalis delinea, frase per
frase, una granitica apologia del jazz che, oltre a leggersi
come un romanzo, è anche un chiarissimo manifesto politico (nel
senso più alto e onorevole del termine, a scanso di equivoci).
Indispensabile.