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Felicità
Will Ferguson | Feltrinelli
All'inizio, è sempre un dattiloscritto.
Un libro monumentale di mille pagine che s'intitola Quello che ho
imparato sulla montagna.
Finisce subito nel cestino, come capita a tutti (o quasi) i
dattiloscritti. Poi però c'è un buco nella programmazione
editoriale, serve l'ennesimo manuale per la felicità e, voilà, il
dattiloscritto diventa un libro, un oggetto di culto, un successo,
una rivoluzione.
Tutti seguono le indicazioni di Tupak Soiree, un concentrato di
misticismo e ovvietà che miracolosamente funzionano davvero e così
crollano i mercati dell'alcool, del tabacco, delle droghe, del
fitness. Ogni rivoluzione ha le sue vittime ed Edwin de Valu,
l'editor che ha seguito Quello che ho imparato sulla montagna, si
ritrova proprio nell'epicentro del terremoto.
Per venirne fuori deve smascherare l'arcano, scoprire chi o cosa
c'è dietro Tupak Soiree e, come in tutte le rivoluzioni,
cominciare a pensare al dopo. Felicità è un libro scomodo,
coraggioso, importante perché racconta "il tempo. Il tempo
vero. Quello in cui viviamo tutti".
Un tempo dedicato alla ricerca spasmodica della felicità, senza
nemmeno cercare di capire cosa sia davvero.