L'introduzione di Sherry Turkle, una delle più
attente osservatrici dei rapporti tra l'evoluzione tecnologica e la
nostra vita quotidiana, non concede nulla alla banalità, ma nella
sua complessità e nella moltitudine di voci che va a presentare (e
che costituiscono il carattere corale e multidisciplinare del libro)
è molto chiara. Il frutto del lavoro collettivo da lei coordinato e
raccolto è un'indagine di "quei legami attraverso cui la tecnologia
abita la nostra vita interiore e si fa carico dei nostri significati
personali". La precisazione è utile perché Sherry Turkle e il team
che con lei ha collaborato non parte da una distinzione morale e
nemmeno ci vuole arrivare. La ricerca e il confronto con le molte
storie di legami con mezzi tecnologici non vuole decidere se la rete
è utile o è una perdita di tempo, se il cellulare collega o distrae
o se i videogiochi sono meglio (o peggio) di una corsa all'aria
aperta. L'implementazione delle innovazioni tecnologiche nella vita
quotidiana va a toccare sfere più intime, angoli spesso (anche)
inconsapevoli ed è per questo che Sherry Turkle si premura di
precisare, anche con una certa abbondanza di parole, qual'era (e
qual è) l'orizzonte del suo lavoro. Proprio perché non lascia spazio
a posizioni preconfezionate o a tesi precostituite, il libro entra
nel mondo della tecnologia da una porta riservata e, per quanto
lettura non del tutto comoda, è e sarà un'utilissima fonte.
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