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The Scene Of The Crime
Bettye LaVette | Anti
Dopo anni in cui ha dovuto subire i crimini e le panzane di una buona metà assortita dell'industria discografica, sembra avere ritrovato il passo giusto, prima con il comeback di I've Got My Own Hell To Raise, prodotto da Joe Henry, e adesso con The Scene Of The Crime nato dalla collaborazione, inedita e curiosa, con i Drive-By Truckers, la più promettente tra le giovani rock'n'roll band. Lo strano abbinamento in realtà svela anche un passaggio di testimone e un salto nel tempo nascosto proprio nel titolo di The Scene Of The Crime perché è stato nel 1972 che Bettye LaVette ha inciso Muscle Shoals un intero disco per l'Atlantic che però non l'ha mai pubblicato. Per quasi trent'anni quell'album è rimasto un misterioso oggetto non identificato, fino a quando non ha visto la luce in Europa con il titolo di Souvenirs, regalato da una versione molto soulful della canzone di John Prine e un pugno di outtakes. Questa lunga ed estenuante attesa è stata l'ultima, bizzarria che Bettye LaVette ha dovuto sopportare nel corso di un'ormai quarantennale carriera, se non fosse per il fatto che in quelle incisioni ci suonava David Hood, bassista nonché padre di Patterson, a sua volta chitarrista e cardine dei Drive-By Truckers. E' proprio con lui che Bettye LaVette è tornata sulla "scena del crimine", portandosi dietro una decina di splendide canzoni e la voglia di ritrovare il proprio tempo dentro la sua voce.