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Testament: The Complete Slash Years
The Blasters | Rhino/WB
Quando una rock'n'roll band si scioglie, è un po' come se morisse una stella. Vale anche per i Blasters, che in meno di dieci anni inventarono e risolsero una delle più belle favole musicali di sempre. I presupposti e i cliché, c'erano tutti: due fratelli (Phil e Dave Alvin) come nei Creedence Clearwater Revival; un sobborgo di Los Angeles dove è più facile sognare (Downey); una radio dove un misterioso disc-jockey (Wolfman Jack) manda oscuri quarantacinque giri degli anni Cinquanta; la frequentazione con il fantasma più famoso d'America (Elvis, naturalmente). Non finirono mai in classifica, ma i Blasters furono importantissimi perché riuscirono a collegare la tradizione musicale americana con l'urgenza del punk, aggiungendoci una sfumatura di polemica sociale. Con Hard Line, il loro capolavoro del 1985, nel pieno dell'era Reagan, i Blasters si ritrovarono a far compagnia a Bruce Springsteen (Nebraska, un paio d'anni prima) e John Mellencamp (Scarecrow) nelle poche, isolate voci contro le disastrose politiche economiche repubblicane. Una storia che Testament: The Complete Slash Recordings racconta in tutti i dettagli: due dischi in una splendida confezione (rigorosamente in bianco e nero, che è la vera estetica del rock'n'roll) e molte scintille perché quando una grande rock'n'roll band come i Blasters si scioglie, è una stella che lascia filamenti luminosi.