CULTURA E TEMPO LIBERO > MUSICA
Let Us Now Praise Sleepy John
Peter Case | Yep Roc Records
Let Us Now Praise Sleepy John è un disco che sembra definire con una certa precisione i contorni dell'identikit di Peter Case: dalla grezza elettricità dei Nerves attraverso il beat dei Plimouls fino alla variegata carriera solista, è diventato uno dei migliori songwriter della sua generazione. Già dentro Everywhere At Once, il masterpiece dei Plimsouls, s'intuiva, soprattutto in Oldest Story Of The World, il suo talento per le ballate e per i toni soffusi che però andava a sbattere contro l'impeto della rock'n'roll band. Da allora, e sono passati vent'anni, Peter Case ha saputo ritagliarsi un posto di riguardo tra i songwriter americani con una produzione certo non prolifica, ma sempre d'alta qualità. Era dal 2002 che non si faceva sentire e per riprendere le fila del discorso è tornato ad ispirarsi ai dischi di Jimmie Rodgers, Woody Guthrie, Robert Johnson, Sleepy John Estes, Bert Jansch e Nick Drake nonché ai primi dischi di Bob Dylan. Fedele alla solidità espressa da quegli album Let Us Now Praise Sleepy John lo vede nella formuna nuda e pura di songwriter con pochi contributi di qualità: Richard Thompson in Every 24 Hours, Carlos Guitarlos in Underneath The Stars, Lisa Flores in Some Bright Morning Blues, Norm Hamlett in That Soul Twist. Anche così Let Us Now Praise Sleepy John regge benissimo per tutti i quaranta minuti, senza un intoppo e con un'atmosfera cordiale, calda e accogliente che non serve molto altro.