CULTURA E TEMPO LIBERO > MUSICA

Unknown Pleasures

Joy Division | Warner

Elgin Avenue Breakdown

A trent'anni di distanza, i Joy Division (An Ideal For Living uscì nel giugno 1978) emanano ancora un fascino ombroso e tagliente che è poi frutto dell'imprecisione della bellezza e della perfezione della tragedia. Nel tempo delle celebrazioni arriva, insieme agli anniversari, anche Control, il film che Anton Corbijn (una vita spesa a mostrare i musicisti in bianco e nero, a partire dagli U2) ha dedicato a Ian Curtis e sulla cui scia s'infila la logica delle ristampe dei dischi dei Joy Division. Si tratta di Unknown Pleasures, Closer, (il secondo album, già postumo) e Still: curatissime e molto in linea con l'estetica minimalista della Factory rendono giustizia a tutto l'algido immaginario dei Joy Division che furono estremi, senza dubbio, anche lugubri, ma fondamentali per scoprire certi snodi musicali e culturali. Nell'ottica delle ormai note versioni deluxe, ogni ristampa è doppia perché c'è allegato un intero disco dal vivo e i concerti riportano ad una realtà più cruda e disomogena rispetto alla produzione di Martin Hannett, paradossalmente più vicina ad un'idea piuttosto classica del rock'n'roll, se non altro più ruvida e meno cerebrale. Nello specifico, Unknown Pleasures che si fregia anche di un bel saggio di Jon Savage, è accompagnato dal concerto alla Factory del 13 luglio 1979 che in parte era già stato pubblicato nel box Heart And Soul.

Vai all'Archivio MUSICA