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The Delivery Man
Elvis Costello | Lost Highway
Il solito impostore: da una parte passa alla Lost Highway, torna al rock'n'roll e al country & western (torna persino la stessa steel guitar di Almost Blue), canta con Lucinda Williams, Emmylou Harris e Alison Krauss; dall'altra pubblica per la Deutsche Grammophone la colonna sonora del balletto shakespeariano, Il Sogno, concepita e sviluppata in Italia, come già ci aveva anticipato in un'intervista di un paio d'anni fa. Con tutto il rispetto questi esperimenti, così come le sue puntate nella musica cosiddetta colta o altre estemporanee collaborazioni, le lasciamo in un angolo. Si può essere eccentrici finché si vuole, ma il rock'n'roll, a cinquant'anni suonati, pretende una sua identità, e non gli si può sfuggire. Lo sa anche Elvis Costello, evidentemente, se è capace di sfoderare, in contemporanea a Il Sogno, The Delivery Man, un disco che sembra ripercorrere (alla grande) i momenti migliori della sua carriera. A far la differenza ci sono anche parecchie canzoni notevoli: The Judgement già sentita nell'interpretazione di Solomon Burke e qui rivista in una versione personalizzata e non meno sontuosa; Country Darkness, una splendida ballata riconducibile all'unicità del suo songwriting, illuminata dal refrain del piano e della pedal steel; Either Side Of The Same Town, scritta con il leggendario produttore e songwriter Jerry Ragovoy, persino springsteeniana in alcuni suoi temi; The Name Of This Thing Is Not Love e la stessa Delivery Man confermano uno stato di grazia che non sentivamo da tempo.