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Tearing Sky
Piers Faccini | Label Bleu
Metà italiano, metà inglese, etichetta francese, produttore e studi americani, persino strumenti cinesi e africani: c'è il mondo intero dentro Tearing Sky e Piers Faccini ha una visione musicale caleidoscopica di rara bellezza. Lasciamo perdere la famigerata globalizzazione (che è un altro eufemismo per sfruttamento), il turismo di massa e la mistica del viaggio a tutti i costi o, peggio ancora, la follia dello scontro di civiltà. Quello che comunica Tearing Sky è la gioia dell'incontro tra realtà distanti e diverse, la curiosità di stare "alla finestra del mondo", come dice il titolo di una sua canzone, e scoprire che in una ballata scritta da un ragazzo che gira come una pallina da flipper tra Napoli, Londra, Parigi e Los Angeles ci può stare la kora di Ballaké Sissokò o la voce di Ben Harper (c'è il suo produttore, JP Plunier, dietro le geometrie sonore di Tearing Sky) e tutto suona alla perfezione perché la musica ha la capacità naturale di superare le barriere, le frontiere e tutti gli inutili muri di questo mondo. Sarà una banalità, ma è proprio così. Ora, Tearing Sky non solo conferma le promesse di Leave No Treace ma proietta Piers Faccini tra le novità più interessanti degli ultimi anni. Il tono non cambia e Tearing Sky predilige le ballate acustiche, i ritmi e le armonie africane, gli esperimenti (l'elegiaca Each Wave That Breaks sostenuta solo dall'harmonium e rifinita da uno struggente violino cinese).