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Welcome to the cruel world
Ben Harper | Virgin
A poche settimane dall'arrivo del suo nuovo album, Both Sides Of The Gun, vale la pena ricordare l'album di esordio di Ben Harper, uno dei pochi cantautori americani che, in questi anni difficili, è riuscito a mantenere una coerenza ed una continuità veramente al di sopra di ogni sospetto. All'epoca, giovanissimo e cresciuto in mezzo alla musica (la sua famiglia gestiva un negozio di strumenti, a Claremount, California, ad un'ora da Los Angeles), si scopra chitarrista talentuoso, cantante appassionato e songwriter acuto. Welcome to the cruel world, con il suo sottile e ricchissimo miscuglio di ritmi e ballate e prese di posizione (le sue principali fonti d'ispirazione sono state Bob Marley e Bob Dylan) fu subito una rivelazione. A partire da Like A King, una sorta di rap che Ben Harper dedicò alla vicenda di Rodney King, il cui pestaggio e relativo, fallimentare processo ai responsabili della polizia di Los Angeles, fu la scintilla che provocò le drammatiche rivolte metropolitante del 1992. A distanza di più di dieci anni, Welcome to the cruel world resta un album bellissimo e magico anche se poi Ben Harper si è prodigato con altrettanta generosità e vanno ricordanti almeno Fight For Your Mind (dove brillava una canzone altrettanto intensa, Oppression), Burn To Shine e le recenti collaborazioni con i Blind Boys of Alabama nonché, è questione di giorni, il prossimo Both Sides Of The Gun .