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The Ride

Los Lobos | Hollywood Records

Elgin Avenue Breakdown

The Ride, un disco di duetti come va di moda oggi, è diventato un modo, anche ispirato, di celebrare trent'anni di carriera, offrendo una visione segmentata e quindi più facile da intravedere del loro background culturale (ed umano) che è composito, sicuramente, ma anche definito da una certa qualità della musica, per non dire della vita. Ovvio che The Ride non è il loro capolavoro (c'è solo l'imbarazzo della scelta, per quello, con precedenza assoluta per Kiko), ma è un disco che ha una storia, lunga ed articolata, da raccontare e non è solo quella dei Los Lobos perché allinea un cast che dire di qualità è poco: Tom Waits, Richard Thompson, Dave Alvin, Bobby Womack, Robert Hunter, Mavis Staples, Elvis Costello, e giù il cappello. Non rock'n'roll star decrepite o starlet dell'ultima ora in cerca di reciproco rilancio, ma musicisti con cui i Los Lobos hanno condiviso gusti, stile, conoscenze e scoperte. The Ride snocciola tutto ciò ed è un disco che contiene tutta la grande epopea dei Los Lobos, ma anche le tante, infinite storie che la compongono e se ha un difetto, è quello quello di essere fin troppo esplicito nel mostrare i nodi, gli amici, le alleanze, ovvero l'intero universo dentro e attorno a loro. The Ride è anche il ricordo di quella corsa attraverso la frontiera, in terre di nessuno, che ha alimentato costantemente la loro curiosità salvaguardandoli dall'ovvietà, dalle banalità, dalla routine e dal tran tran. E' soltanto uno spunto perché i concerti dei Los Lobos sono molto più ampi, sia per durata che per varietà. One Time One Night: Live Recordings Vol.1 sceglie di dare la precedenza al lato più duro, elettrico e sperimentale dei Los Lobos e forse non a caso è prodotto da Cesar Rosas, che spesso interpreta l'anima più rock'n'roll, con una tracklist perentoria. Un set intriso di blues, chitarre e psichedelia come non mai, meno caleidoscopico di Live At The Fillmore, si tratta di una selezione che con ogni probabilità risale ai concerti della prima metà del 1996. L'album di riferimento era il granitico e spigoloso Colossal Head, e anche se One Time One Night: Live Recordings Vol.1 riporta poco meno della metà dei concerti dell'epoca rende benissimo l'idea della forza di quello straordinario gruppo che sono i Los Lobos. Delle loro escursioni cosmopolite resta la bellissima Maricela, dove peraltro sembrano faticare a tenere a freno le chitarre. Nel resto protagonista è un feroce agguato chitarristico. A partire da Colossal Head, un attacco possente con chitarre e tastiere molto acide. Quattro minuti che riportano i Los Lobos all'inizio della loro storia, con quel riff ripetuto all'infinito che sembra preso dai Cream. Lo schema si ripete con Mas Y Mas, la canzone centrale di Colossal Head, che diventa l'occasione per una divagazione free con David Hidalgo superlativo e un finale devastante.

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