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If You Didn't Laugh, You'd Cry
Marah | Yep Roc Records
I Marah, dopo i tentativi modernisti di Float Away With The Friday Night Gods e il ritorno a sonorità a loro più consone con 20,000 Streets Under The Sky riprendono esattamente da dove avevano cominciato. Un sound scarno e grintoso, con ampi debiti verso i Rolling Stones di Exile On Main Street e la Band dei Basement Tapes, ovvero quelle situazioni molto informali e altrettanto evocative, ma anche ricco di intersezioni folkie. If You Didn¹t Laugh, You¹d Cry infatti è molto vicino a Let's Cut The Crap And Hook Up Later On Tonight e se anche non raggiunge le vette di Kids In Philly permette ai Marah di guardarsi attorno con una certa serenità nella battaglia che ogni piccola, grande rock'n'roll band deve quotidianamente affrontare. Sono tornati sulla linea giusta: poco più di quaranta minuti diverse canzoni molto belle, tanto rock'n'roll nelle chitarre e un paio di ballate romanticissime. Tutto registrato dai Marah praticamente dal vivo, in un arco di tempo brevissimo, senza produttori o ripensamenti. Riff serrati, chiaramenti ispirati dagli Stones, un paio di inni blue collar (The Dishwater's Dreams, Poor People) che meriterebbero una medaglia, una City Of Dreams tanto folkie quanto lisergica, una Fat Boy, dylaniana fino al midolo, con una fuzz guitar tagliente e, sull'altro versante, una Walt Whitman Bridge di taglio prettamente springsteeniano costitituiscono la spina dorsale di If You Didn¹t Laugh, You'd Cry.