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Day Trip
Pat Metheny | Nonesuch
Il viaggio per Pat Metheny è una sorta di condizione esistenziale permanente. Chitarrista dottissimo e altrettanto curioso, capace di esplorare tutti i punti di contatto possibili e immaginabili, senza preclusioni per la tecnologia (con il quale a suo tempo ha avuto un lungo e appassionato flirt) o per le deviazioni esotiche (tra cui la collaborazione con un liutaio sardo per un particolarissimo ibrido tra arpa, chitarra e chissà cos'altro) e con un'innata propensione alla collaborazione, Pat Metheny con l'ultimo e recente Day Trip sembra celebrare il suo movimento perpetuo della sua musica, sempre in cerca di un centro di gravità, ma anche di una deviazione, di un nuovo passaggio o di salto di qualità. Difficile immaginarlo, dopo una lunga carriera fatta di dozzine di dischi, altrettante differenti formazioni e un'infinità di concerti, ma Pat Metheny ad una gentilezza e a un savoir faire davvero inusuali, aggiunge una passione per la chitarra, per la musica e per quel qualcosa che è più di un lavoro che lo riporta all'inizio, come se fosse la prima volta, la partenza. Lo spirito di Day Trip, essenziale e sanguigno come non mai, è proprio questo. Con Christian McBride al basso (che ha suonato con Joe Henderson, Freddie Hubbard, Herbie Hancock e Roy Haynes giusto per citarne alcuni) e Antonio Sanchez alla batteria sembra essere nato un feeling particolare che è poi l'essenza di Day Trip. Un piccolo trio e un lungo viaggio.