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Highway Companion
Tom Petty | American
Come si intuisce dal titolo, Highway Companion è una sorta di diario di viaggio, molto intimo e personale, dove la strada, la partenza e il ritorno sono temi che ricorrono con una certa costanza, così come emergono distintamente le passioni di Tom Petty: John Fogerty e Bob Dylan con una spruzzata di garage e di psichedelia. Jeff Lynne, per quanto accreditato come produttore e partecipe alle sessions, è piuttosto ai margini, salvo le sfumature di Ankle Deep, che ricorda Into The Great Wide Open e il tenore West Coast di The Golden Rose. Per il resto i suoni sono molto ruvidi, nudi e crudi, con una batteria minimale, pochissime tastiere, le chitarre dispensate con generosità ma sempre all'interno del recinto delle canzoni. Una slide cooderiana illumina Square One, un fraseggio morriconiano viene sfoggiato in Flirting With Time, un riff degli Who viene riletto in Jack e insieme le acustiche e le elettriche avvolgono Turn This Car Around e This Old Town in spirali psichedeliche. L'intreccio è quello per tutto Highway Companion, con Tom Petty che si destreggia egregiamente con la voce. Però, l'aspetto più forte di Highway Companion, o forse il modo giusto di ascoltarlo, è nella sua unità, nella coerenza tra una canzone e l'altra, nella linearità dei suoni, ovvero nella sua uniformità. Quasi un concept album, perfetto per viaggiare, va da sé.