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Bone days
John Trudell | Fargo/IRD
Esponente di primo piano del movimento per i diritti dei Nativi Americani, cresciuto nella riserva Santee Sioux del Nebraska, John Trudell è un anarchico, un poeta della Terra, un lupo solitario ed un profeta che urla al mondo non solo e non tanto le ingiustizie subite dal suo popolo (e da lui in persona), ma il dolore dell'intera umanità, l'arroganza dell'uomo e le storpiature del nuovo ordine mondiale. Per recitare, letteralmente, i suoi pensieri ha scelto la via di un rock asciutto e tagliente, che col passare degli anni ed il susseguirsi di dischi sempre più maturi ed introspettivi, si è fatto romantico, evocativo, instradandosi verso un folk-blues leggermete elettrificato che vive della sua parlata oscura, degli splendidi arrangiamenti dei Bad Dog (la sua fedele band, tra cui spiccano le chitarre di Mark Shark e Bill Watts) e del controcanto pellerossa di Quiltman. Viscerale, politico e polemico negli episodi più crudi (l'incredibile rabbia racchiusa nella strepitosa Hanging From The Cross), lirico e struggente nella ballate, Bone Days si insinua lentamente, ma con una forza che va oltre il semplice gesto musicale.